Promozione della salute mentale nei luoghi di lavoro
La promozione della salute mentale sul lavoro può essere vista da due prospettive diverse, quella dei datori di lavoro e quella dei lavoratori. Cominciamo dalla prima:
la promozione della salute mentale (MPH o Mental Health promotion) dal punto di vista delle aziende comprende le azioni che contribuiscono ad uno stato di benessere del lavoratore in cui sia in grado di sfruttare le sue capacità, far fronte al normale stress quotidiano, essere produttivo ed essere utile alla propria comunità. Più nello specifico, i fattori di tutela per una buona salute mentale sono: il supporto sociale, una sensazione di integrazione, la capacità di trovare un senso nel proprio lavoro, la possibilità di decidere in merito ad un’azione da compiere, l’organizzazione del lavoro in base al proprio ritmo personale.
Le richieste di indennità di disoccupazione e di invalidità a causa dello stress da lavoro sono in continuo aumento in molti Stati dell’UE e in particolare la depressione sarà presto la principale causa di congedo per malattia. Oltre all’assenteismo, vi sono problemi deleteri per le imprese come i livelli ridotti di prestazione lavorativa, minore produttività, ridotta motivazione, elevato turn over. I datori di lavoro europei sono obbligati per legge a gestire tutti i tipi di rischio dei lavoratori, compresa la salute mentale. Investire in tal senso comporta vantaggi quali migliori prestazioni e produttività oltre a consentire una valorizzazione della reputazione dell’azienda. Per contro, molti fattori determinano un aumento di rischio di ansia e depressione, per cui nelle politiche generali delle aziende dovrebbero essere presenti ambiti sanitari dove discutere le problematiche e ricercare soluzioni basate sulla partecipazione dei dipendenti. Inoltre dovrebbero essere predisposte politiche in materia di salute mentale e questioni correlate, come le violenze e molestie sul lavoro, ma anche una specifica formazione dei dirigenti affinchè riconoscano nei dipendenti i sintomi della depressione e li aiutino a ridurne gli effetti. Operativamente occorrerebbe condurre “indagini di clima” sul personale, con questionari anonimi per identificare le principali preoccupazioni, raccogliere i riscontri dei dipendenti sulle misure attuate e diffonderli via web, offrire consulenze gratuite ai dipendenti su problematiche sia di natura privata che lavorativa (preferibilmente in orario lavorativo). Da considerare anche corsi di formazione per i dipendenti su come affrontare situazioni stressanti
L’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha condotto una raccolta di casi sugli approcci innovativi per la promozione della salute mentale. Ad esempio, in Danimarca un’azienda ha sviluppato un approccio “narrativo” per cui i dipendenti vengono coinvolti attivamente mediante un racconto (story telling) della loro vita lavorativa che reputavano importante in merito alla loro condizione di salute e mediante la loro partecipazione ad una “giornata d’ispirazione” per elaborare politiche e raccomandazioni aziendali sulla base delle storie condivise. Sempre in Danimarca, un’ azienda di consulenza ha messo a punto un: “approccio creativo” con il qaule si è cercato di creare un: “ profilo professionale rispondente alla persona” con l’idea che l’attività lavorativa può essere elaborata sulla base delle competenze specifiche della persona e non sul far corrispondere la persona ad un profilo professionale già esistente . In Spagna invece un’azienda organizza colloqui individuali con il dipendente per analizzare la loro situazione professionale per fare dell’autoconsapevolezza il punto di partenza di un processo di sviluppo personale per dare un senso di rilevanza al proprio lavoro. Diversi sono poi gli approcci di Italia, Ungheria e Svizzera, dove alcune aziende hanno puntato su consulenze sulla gestione di fattori esterni al lavoro quali suggerimenti correlati alle necessità della famiglia e dei genitori (Italia) su eventi sociali (serate cinematografiche) per promuovere stili di vita salutari correlati alla salute (Ungheria) e addirittura sostegni finanziari ai dipendenti in emergenza finanziaria per cure sanitarie e per alloggi aziendali agli immigrati (Svizzera).
La promozione della salute mentale (PLS) dal punto di vista dei lavoratori invece parte da una considerazione filosofica: diceva infatti Schopenauer che: “La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente”. Uno stile di vita salutare previene molte patologie croniche quali cardiopatie, diabete, cancro. Essa si può definire come qualsiasi azione intrapresa congiuntamente da datori di lavoro, lavoratori e società intera per migliorare il benessere sul lavoro. Le azioni si possono suddividere in 4 tipi:
- Miglioramento dell’organizzazione del lavoro con particolare riguardo al benessere dei lavoratori, ad es. con orari flessibili, telelavoro, formazione permanente atta a favorire rotazione dei posti ed allargamento dei compiti
- Miglioramento dell’ambiente, mediante il supporto fornito al lavoratore dai colleghi e con l’offerta di cibo sano nelle mense
- Partecipazione dei lavoratori ad attività salutari come lezioni di sport, biciclette per spostamenti in grandi stabilimenti
- ) Incoraggiamento alla crescita personale mediante l’ottenimento di competenze in ambito sociale, aiuto per smettere di fumare
Queste azioni presuppongono che l’azienda non soddisfi solo i requisiti giuridici di salute e sicurezza, ma si faccia parte attiva per aiutare i dipendenti a migliorare le loro condizioni generali di salute e benessere, naturalmente con il loro coinvolgimento e con la tenuta in conto delle loro esigenze ed opinioni