RISORSA RACCONTA…
In occasione del ventennale di Risorsa, i suoi Volontari hanno pensato ad una nuova iniziativa, studiata apposta per Facebook e per il nostro sito Internet http://www.risorsamobbing.it/ Anch’essa rientra tra gli “e-venti duemila-venti”, almeno attraverso lo “smart working” imposto al tempo del… corona virus. Raccogliendo le sollecitazioni giunte da più parti, hanno deciso di raccontare le storie che hanno ascoltato dalle persone che le si sono rivolte in cerca di consigli e sostegni su come prevenire e contrastare il mobbing e il disagio sul lavoro. Ma prima di iniziare questo percorso ci è parso giusto raccontare la storia dei Volontari Risorsa, non per far vedere “quanto sono bravi”, ma per dimostrare come l’ascolto partecipe di quanti hanno subito le stesse vessazioni dei “padri fondatori” che hanno costituito, 20 anni fa Risorsa, fosse il modo migliore per aiutarli nella costruzione di un mondo del lavoro rispettoso della dignità di tutti.
Il “viaggio degli eroi” è la costante, rilevata da uno scenografo americano – Christopher Vogler – che unifica in un percorso comune qualsiasi opera letteraria, in ogni tempo e in ogni luogo. Pensiamo che si adatti anche alla nostra storia: “l’eroe” protagonista, nella fattispecie Risorsa, è infatti colui che sconfigge i cattivi, dando soddisfazione non solo a se stesso, ma contribuendo al Bene Comune della società. Iniziando il suo viaggio incontra un “mentore” cioè colui che lo accompagna nel percorso che dovrà seguire, rappresentato dallo Sportello Mobbing di un’importante sigla sindacale. E’ così che nasce “la chiamata” alla mission che Risorsa si propone, ma dopo qualche anno ecco “il rifiuto della prova”, cioè la delusione nel vedere che non tutti gli sforzi avevano un esito positivo. Subito dopo però, Risorsa decide di “varcare la soglia” ed avventurarsi, da sola, senza più mentori, nel “suo Sportello Mobbing di ascolto e orientamento” e nel suo “Gruppo di mutuo aiuto”, dedicato al sostegno psicologico alle vittime di mobbing. Si trattava di una vera novità, in quanto nessun’altra organizzazione aveva pensato che il mobbing non era solo un problema legale, ma influiva sullo stato di salute delle persone, con onerose ricadute su tutta la società. Diversi sono stati gli ostacoli che ha incontrato, dalla mancanza di fondi pubblici, agli sforzi, non sempre riusciti nel sensibilizzare l’opinione pubblica. Ma alla “prova finale” costituita in primis, ma non solo, dai Bandi del Centro Servizi Volontariato Vol.TO, riuscì nell’intento di aiutare le persone sia dal punto di vista legale (consigliando, in prevalenza, di non intraprendere cause se non in presenza di prove oggettive), sia dal punto di vista della salute, indirizzando le persone a vari tipi di sostegni che vanno dalla presa in carico di medici specialisti, di psicoterapeuti, psicologi e counselor, fino a sessioni di psicodramma e di teatro sociale, che hanno aiutato le persone a riconquistare la propria autostima. Questa è stata la “ricompensa” degli eroi-volontari. Mancava solo “l’elisir” cioè l’andare oltre l’ascolto delle singole persone, con la sensibilizzazione di tutti gli “stakeholders” portatori di interesse verso l’associazione a partire dalla scuola e dall’università, ai professionisti coinvolti, agli enti caritatevoli, per giungere infine a coinvolgere sul problema la controparte datoriale, cioè associazioni di categoria, aziende ed Enti Pubblici, nella convinzione che questa fosse la strada per debellare “a monte” il problema del mobbing. Ma il vero “climax” del percorso, cioè il punto più alto della sua ragion d’essere, si raggiungerà forse quest’anno, quando il Parlamento finalmente recepirà le raccomandazioni dell’ONU e della Comunità Europea circa una legge, che manca in Italia, a differenza di altri Paesi dell’Unione sull’eliminazione delle violenze e molestie nel luoghi di lavoro, fenomeni tra cui rientra il mobbing. Se la proposta, già calendarizzata in diverse commissioni andrà avanti, Risorsa potrà dare il suo contributo di esperienza ventennale non solo di studio, ma anche di casi concreti, facendo partecipare la “società civile” all’elaborazione di leggi eque e non solo propagandistiche