IL GASLIGHING
E’ un fenomeno basato sulla manipolazione mentale, fatta di silenzi ostili e pungenti, non di rabbia. Esisteva in passato, specie in famiglia, lasciando profonde ferite. Abbiamo deciso di spiegare che cosa è, poiché ci siamo accorti che lo stesso tipo di violenze psicologiche può avvenire anche in ambito lavorativo, configurandosi come una forma di mobbing.
E’ stato rappresentato al cinema con adattamento di A. Hitchcock ad un’opera teatrale (Luci a gas, da cui il termine), nel film “Rebecca, la prima moglie”. Si tratta di un marito (il gaslighter) che vuol portare la moglie alla pazzia insistendo che si sbaglia o non ricorda particolari dell’ambiente domestico: ecco che egli affievolisce le luci a gas, ma fa credere alla moglie che è solo frutto della sua immaginazione, così che essa si sente confusa e sbagliata, pensando di meritare la punizione. La violenza manipolatrice quotidiana, come forma di esasperazione di rapporti coniugali difficili o insoddisfazioni personali, annulla le capacità di giudizio della vittima: l’amore è sostituito dalla cattiveria gratuita. Ecco alcune frasi che il gaslighter rivolge alla sua vittima: sei troppo grassa o troppo magra; non ne fai una giusta; non ti ricordi?; te lo sei immaginato; non sei nessuno
Esistono 3 tipi di manipolatori: l’affascinante, che passa da tremende scenate a momenti d’amore; il bravo ragazzo, che è un egoista camuffato da altruista; l’intimidatore che rimprovera apertamente la vittima
Le fasi della manipolazione: la prima è la distorsione comunicativa, fatta da silenzi e pungolature; la seconda è il tentativo di difesa, per cui la vittima sente la misssione di far cambiare comportamento al gaslighter; la terza è la caduta nella depressione, dove la vittima si convince che qualsiasi cosa detta dall’altro è vera e giunge anche a idealizzarlo
Fonte: il giornale delle violenze psicologiche state of mind, febbraio 2014