RISORSA RACCONTA: MOBBING…AL CIOCCOLATO
Proseguiamo con le storie di “Risorsa racconta” recuperate nei nostri archivi sulle testimonianze di mobbing, fatte da lavoratori e lavoratrici che si erano presentate, tempo fa, al nostro Sportello di ascolto e orientamento. Per non dare adito a possibili riconoscimenti, abbiamo cambiato nomi di persone e di luoghi. I nostri volontari che hanno scritto vicende tristi e pesanti, le hanno trasformate in forma curiosa, leggera e ironica.
Torte, panettoni, pandoro, colombe……è qui che i consumatori incontrano i produttori delle squisitezze che, insieme al cioccolato, rendono più dolci i nostri momenti di festa. Pochi sanno però quanta infelicità si nasconda dietro i lavoratori del settore. Questa industria è caratterizzata, e non potrebbe essere altrimenti, da una forte stagionalità produttiva (i panettoni a Natale, le colombe a Pasqua, il cioccolato solo d’inverno). Pertanto i lavoratori vengono lasciati a casa durante i periodi di “morta”. E’ questo il caso di Luisa, che si è presentata al nostro sportello con la tristezza negli occhi, frutto di una forte depressione. Ma il precedente proprietario dell’azienda in cui lavora – ci racconta Luisa – “spalmava” (proprio come fosse cioccolato) la retribuzione annua sui 12 mesi, in modo che ai dipendenti non venisse a mancare una regolare fonte di sostentamento. Con l’arrivo di una nuova proprietà, non solo questa tradizione è stata abolita, ma è pressoché certa la chiusura dello stabilimento, per concentrare tutta la produzione in altra sede a più di 50 Km di distanza. Ora i 6 dipendenti che lavorano con Luisa attendono con rassegnazione la fine del rapporto di lavoro, sperando in una “buonuscita” che consenta loro di sopravvivere per alcuni mesi. Ed è proprio per “risparmiare” su questa buonuscita che l’azienda ha deciso di adottare con Luisa una strategia che definire “crudele” è dir poco. La donna si occupa delle pulizie, funzione che, data l’importanza dell’igiene in quel tipo di produzione, riveste un’importanza non trascurabile, ma in che modo? Per pulire un’area di una metratura ragguardevole, non le vengono più forniti attrezzi meccanici e si lesina anche sui detersivi. Alla fine della giornata la donna viene regolarmente rimproverata per non aver svolto bene il suo lavoro: lo scopo è evidente, indurla alle dimissioni per sfinimento (fisico e mentale), in modo da non dover concedere la buonuscita.
Proponiamo a Luisa una mediazione con la sua azienda ma, se non avrà buon esito, occorrerà rivolgersi ad un legale…..