RESILIENZA
La resilienza è uno quei consigli che diamo spesso a quanti si rivolgono a noi per i loro problemi di mobbing. La chiamiamo anche “resistenza attiva” sul luogo di lavoro, resistenza che può andare dalla richiesta di trasferimenti in posizioni più consone fino alla ricerca di un nuovo lavoro, quando non sia più possibile rimanere nell’attuale. Proprio il titolo del volume che ci accingiamo qui a recensire ha attirato l’attenzione di un nostro volontario che lo ha messo a disposizione nella biblioteca di Risorsa.
Non dimentichiamo che l’autore, all’inizio del testo, parla di risorse mentali che ci rendono resilienti. Prosegue individuando i vari modi di utilizzare le nostre risorse ed allora viene in mente che la nostra Presidente, quando ha fondato l’associazione, ha scelto proprio il nome di “Risorsa” a significare che ogni persona è una risorsa per la società, da non sprecare con pratiche lesive della sua dignità. Speriamo che questa breve sintesi invogli a leggere tutto il libro veramente bello e a scoprire i 12 segreti per essere felici o, almeno, per aiutare psicologicamente quanti subiscono mobbing…
Sono quattro le risorse mentali che ci rendono resilienti, cioè capaci di affrontare le avversità e di superare gli ostacoli per scoprire che questi avvenimenti negativi creano anche delle opportunità. La resilienza ci aiuta a guarire dai traumi, dando un senso di felicità e pace al nostro animo. L’autore propone uno schema che mette in relazione tre bisogni fondamentali dell’uomo con le sue esigenze. I 3 bisogni sono: sicurezza, gratificazione, socialità; i sistemi per soddisfare queste esigenze sono 4: la comprensione; l’utilizzo delle risorse; la regolazione di pensieri, emozioni e comportamenti; ; l’instaurazione di rapporti efficaci con gli altri e il mondo esterno. Combinando in una matrice i 3 bisogni con le 4 esigenze, otteniamo 12 punti di forza interiore. E’ come un sentiero che parte dalla compassione verso se stessi e si conclude con la generosità verso gli altri: un percorso dunque da esigenze personali a esigenze di tutti nel perseguimento di un Bene Comune.
Iniziamo il percorso dall’esigenza della comprensione per rispondere al bisogno di sicurezza. Come per tutte le altre esigenze, sono 3 i passi per giungere alla comprensione:
La compassione non è altro dal riconoscere che le emozioni suscitate dalla sofferenza, accompagnate dal desiderio di alleviarla, aiutano a sentirsi meglio. Agisce quindi sul bisogno di sicurezza
La capacità di concentrazione sul presente (o, con parola di moda “mindfulness”) aiuta a non sognare ad occhi aperti rimuginando sul passato o distraendosi per seguire interferenze altrui. Conservando nel tempo questa capacità si riduce lo stress, si tutela la salute, si migliora l’umore. Agisce quindi sul bisogno di gratificazione.
L’apprendimento non è solo memorizzare nozioni, ma far proprie buone abitudini e talenti, guarire per recuperare energie e svilupparle anche verso gli altri. Agisce quindi sul bisogno di socialità
L’esigenza di utilizzare le nostre risorse viene soddisfatta con:
La grinta: è la perseveranza ostinata e tenace per resistere quando le altre energie sono esaurite. Risponde quindi al bisogno di sicurezza.
La gratitudine: insieme ad altre emozioni positive agisce sulla salute, rafforzando il sistema immunitario e l’apparato cardiocircolatorio. Tipici sono i superamenti di lutti e traumi che non sono altro che gratificazioni del nostro essere individuale
La sicurezza: nasce nei primi anni vita, quando il bambino viene accolto da genitori disponibili e incoraggianti verso di lui, ma si sviluppa con una serie di maestri: fratelli, coetanei, insegnanti, datori e colleghi di lavoro. Tutti personaggi che determinano la socialità della persona. In assenza di queste disponibilità degli altri o verso gli altri, il desiderio di socialità non è soddisfatto. E’ indicativo il fatto che un bisogno primario, come la sicurezza, assume, con lo stesso nome la soddisfazione di un altro bisogno primario: la socialità
L’esigenza della regolazione si basa su:
La calma: di fronte agli ostacoli è la capacità di restare attenti e sicuri, sia di fronte ai dolori di oggi che a quelli, incerti, di domani. Anche il rischio, se affrontato con calma, può portare grandi opportunità. Tale capacità razionale può far superare sentimenti biologici come: fuga, lotta, paralisi, paura, rabbia, impotenza. Torniamo quindi a dire che la calma risponde anch’essa ad un bisogno primario di sicurezza.
La motivazione: è una forma di resilienza che persegue le opportunità attraverso la positività, la correzione del negativo, ma senza stressarsi troppo. E’ quindi una risposta al bisogno di gratificazione, tutta interiore
L’intimità: le persone solitarie guardano gli altri come se li vedessero all’interno di una casa, da cui loro sono escluse: quindi vederle ma non toccarle, sentirle ma non parlar loro. Se però si trova il coraggio di lasciarsi conoscere, si entra pian piano in connessione con gli altri. L’intimità può avere diversi gradi di empatia e va da un’interazione effimera, fino ai matrimoni che durano 50 anni…E’ abbastanza ovvio che è la risposta al bisogno di socialità.
L’esigenza chiamata: rapporti o, relazioni interpersonali si compone di parole che possono, a tutta prima, sembrare non pertinenti, ma che invece lo sono:
Il coraggio: se si hanno momenti di ansia nei rapporti con gli altri, dobbiamo difendere la nostra individualità e farlo non con la mente, ma con il cuore. C’è un profondo significato: anche quando vi sentite traditi da persone care, è necessario parlarne, esprimendo rispetto e, se necessario, ammettere i propri torti. Al contrario, emozioni represse producono risentimento e isolamento. Non tratteniamoci quindi dal parlare apertamente: aprirsi agli altri significa anche soddisfare il nostro bisogno di sicurezza.
Le aspirazioni: noi tendiamo sempre verso il futuro, quindi è giusto che vogliamo avere degli obiettivi, sia nel privato che nel lavoro. Se alcuni fattori sono genetici, molto dipende anche da noi e da chi ci sta intorno. E’ difficile realizzare tutti i sogni nel cassetto, ma se non riusciamo a portarne a termine almeno qualcuno, gli altri rimangono dentro di noi, anche se li liquidiamo come infantili o li rimandiamo, ci scoraggiamo e abbandoniamo cose che potrebbero renderci felici. Molto importante è sentirci incoraggiati, non ridicolizzati da altri che dubitano di voi
La generosità: a prima vista sembrerebbe una virtù personale e quindi una risorsa. Ma non è così, perché quando abbiamo un sentimento di pienezza dentro di noi, entriamo in sintonia con gli altri. Quindi l’esigenza legata ai rapporti viene a coincidere col bisogno di socialità e la generosità innesca un circolo virtuoso che parte da noi, va verso gli altri e ritorna come dono a noi, permettendoci di dare ancora di più agli altri.
Fonte: La forza della resilienza di Rick Hanson con Forrest Hanson – Ed. Giunti, ristampa di giugno 2019