REGOLARIZZARE IL LAVORO NERO CONVIENE
Abbiamo ricevuto da un nostro Volontario questo articolo che abbiamo adattato, togliendo riferimenti di polemica politica, non adatti all’Associazione Risorsa, statutariamente “a-partitica”. Lo pubblichiamo volentieri perché mette in evidenza che al “mobbing di massa” subito dai lavoratori irregolari si contrappone la convenienze economica per lo Stato di parificarli a quelli già regolarizzati. L’autore, giornalista pubblicista e consulente di politiche sociali e immigrazione, spiega perché:
Vi sono parecchie cose già dette sulla regolarizzazione degli immigrati. Che sono costretti al lavoro nero come braccianti agricoli, sfruttati dalle agromafie, dal caporalato e dall’imprenditoria rapace. Che sono costretti a vivere in mondezzai di lamiera e topi, senza diritti, né assistenza sanitaria, né dignità. Ma vi sono anche cose meno note. Tra queste, che loro provvedono, lavorando come bestie per 4€ l’ora, a mantenere in piedi l’economia agricola del made in Italy. Producono un fatturato sommerso, questo sì clandestino, pari a 18 miliardi di euro in mano all’imprenditoria banditesca, con un mancato gettito fiscale e contributivo nell’ordine di 1,5/2 miliardi di euro.
Regolarizzare quelle attività e non per il bisogno contingente, non è solo un gesto di civiltà, etica del lavoro, legalità. Sottrarre oltre mezzo milione di persone alla malavita organizzata e ai professionisti dell’illegalità, è un vantaggio per le casse dello Stato, per il sistema previdenziale.
I lavoratori stranieri regolarizzati convengono al Paese. Secondo lo studio condotto dall’istituto Leone Moressa, nel 2016, “2,4 milioni di occupati stranieri presenti in Italia hanno prodotto 130 miliardi di euro di valore aggiunto, pari all’8,9% del Pil; quanto un paese europeo come la Croazia, l’Ungheria o la Slovenia”.
Lavoratori stranieri che hanno versato quasi 7 miliardi di Irpef e circa 11 miliardi di contributi Inps.
Immigrati che, quell’anno, hanno versato nelle casse dello Stato 16,5 miliardi di euro e lo Stato per far fronte ai loro bisogni di welfare, sanità, scuola più i costi dell’accoglienza, ha speso 12 miliardi e 600 milioni di euro; vuol dire che nelle casse dello Stato si è registrato un utile di 3 miliardi e 900 milioni di euro.
Regolarizzazione significa lotta al lavoro nero che non è l’attività svolta da lavoratori africani, ma il loro sfruttamento fino allo schiavismo da parte dei nemici dello Stato: negrieri, evasori fiscali e contributivi.
Fonte: da un artiolo di Giovannimaria Mimmia Fresu – Pervenuto a Risorsa il 7/5/2020
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