MOBBING DI UN VICEPRESIDENTE
Questo è l’omaggio che Risorsa dedica al suo Vicepresidente, Franco Debenedetti Teglio, per le sue attività, solo apparentemente lontane da quelle dell’Associazione
Franco Debenedetti Teglio è il Vicepresidente dell’Associazione Risorsa – onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), responsabile per l’organizzazione e la gestione del Gruppo di mutuo aiuto, nonché di altri progetti sui supporti medico/psicologici alle persone in stato di disagio grave o vittime di violenze psicofisiche sul luogo di lavoro (mobbing). La Presidente Luisa Marucco e l’altro Vicepresidente Sergio Piazza, coadiuvati da alcuni volontari, gestiscono invece lo Sportello di ascolto e orientamento per suggerire i migliori consigli in tema di giurisprudenza sul mobbing. Il Segretario Generale Ferdinando Ciccopiedi è responsabile dell’amministrazione e fund raising, mentre i Consiglieri e collaboratori volontari, Alberto Colzani, Marilù Prim, Franca Zeppegno, Rino Costa e Salvatore Tonti contribuiscono da 15 anni alle attività dell’Associazione secondo le loro specifiche competenze, che hanno tutte in comune l’aver provato sulla propria pelle gli effetti devastanti del disagio sul lavoro. L’Associazione è iscritta dal 2005 al registro regionale del Volontariato nel settore della tutela dei diritti civili e solidarietà sociale.
Il caso di Franco Debenedetti Teglio, classe 1937, è diverso: nella sua lunga carriera di consulente di direzione e organizzazione aziendale, non ha mai subito mobbing, pur avendo sperimentato situazioni di disagio sul lavoro nelle aziende. Il suo mobbing nasce quando in Italia, nel 1938, vennero emanate le leggi razziali contro gli ebrei. L’emarginazione, presto trasformata in negazione della sua stessa identità di bambino, per poter sopravvivere di nascosto tra l’Italia e la Francia, è quindi un tipo di mobbing di carattere extra-lavorativo (anche se suoi parenti furono costretti a lasciare il posto di lavoro). Si può quindi inquadrare come violazione, oltre che dei diritti civili, anche degli stessi diritti umani. Proprio la sua infanzia negata lo ha spinto a spiegare alle nuove generazioni le terribili conseguenze delle leggi razziali. Da oltre 10 anni, parallelamente all’attività che svolge in Risorsa ed in piena autonomia, egli porta in giro, con grande abilità comunicativa, prima nelle scuole torinesi e poi in quelle di altre regioni italiane, (dalle elementari all’Università) le sue testimonianze, chiedendo ai ragazzi di “restituire” il messaggio delle sue esperienze con riflessioni e lavori educativi sotto forma di poesie, fumetti, dipinti, racconti, rappresentazioni teatrali, mostre. Sono stati raggiunti oltre 20.000 studenti con i loro insegnanti, dirigenti scolastici e Presidi. E’ un modo originale di superare lo stereotipo della Shoah e questo messaggio è stato recepito dall’articolista Sergio Franzese che ha ben esposto alcune tappe del percorso educativo di Franco Debenedetti, qui riassunte. Ad esempio, una sintesi del racconto della sua vita è contenuta nel cortometraggio “Le Verità Taciute” realizzato da Giorgio Santise, membro del Centro Sperimentale di Cinematografia a titolo di “restituzione” di una serie di incontri con un gruppo studenti dell’Ateneo torinese. “26 piccoli artisti – 26 grandi opere” è invece il titolo della mostra di disegni, sulla base delle “restituzioni” di una quinta classe elementare della scuola Nicolò Tommaseo di Torino nell’anno scolastico 2014-2015. Ogni disegno è presentato dalla viva voce dell’alunno che lo ha realizzato. I disegni, nella loro semplicità, rappresentano la volontà di non cancellare la cultura e la diversità di un intero popolo e la speranza che tali accadimenti non si ripetano mai più. Di grande impatto, il video “Tu non esisti”, realizzato dalla II classe dell’I.T.I.S. Amedeo Avogadro, anch’esso di Torino, che intercala fotografie di Franco Debenedetti a spezzoni di filmato che lo mostrano durante una lezione frontale con i ragazzi, il tutto accompagnato da una musica di fondo e da due testi, uno all’inizio ed uno alla fine. Quest’ultimo rappresenta l’attualizzazione delle conseguenze delle leggi razziali che oggi suonerebbero in questo modo: “Non potrai entrare in un cinema, memmeno affittare i DVD. Non ti collegherai mai più a internet… a facebook. […] Ti sarà requisito il cellulare, l’ipod, il computer, la TV, il motorino, la bicicletta. Non prenderai un aereo o un treno. […] Non ci saranno discoteche per te. Non entrerai più in una pizzeria o in un teatro. Qualunque lavoro tu stia svolgendo non sarà più tuo. Fuori da casa tua perché ora è nostra. Nostra! Tu non esisti!”.
Si può concludere dicendo che lo sforzo di questo eccezionale personaggio, che parte da un modo inconsueto di intendere il mobbing, è anche un vaccino contro le pulsioni razziste della nostra società alle prese con il fenomeno epocale delle migrazioni, ma, più semplicemente anche contro un mondo del lavoro sempre più complesso, ma in cui la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici è spesso calpestata. Per questo l’Associazione Risorsa e la Redazione ringraziano il loro Vicepresidente
I lavori descritti sono visualizzabili sul canale YouTube:
(Quattro “restituzioni” da scuole: primaria, media, superiore, universitaria )
https://www.youtube.com/watch?v=7geqCdJKIT8 “Zakhor! (Ricorda), un rap per Franco
e sul sito:
http://www.hakeillah.com/5_16_20.htm (Memoria, articolo di Sergio Franzese)